POSSONO LE EMOZIONI NEGATIVE FARCI STARE MEGLIO? Sembrerebbe una domanda paradossale. Ma non tutto è così scontato: le emozioni non sono buone o cattive in assoluto. La società in cui viviamo classifica, ad esempio, la frustrazione e l’ansia come eventi negativi. L’amore, al contrario, è sempre positivo.
Tuttavia, SI PUÒ RAGGIUNGERE UN EQUILIBRIO EMOTIVO SOLO SPERIMENTANDO OGNI TIPO DI EMOZIONE.
Infatti secondo John Mayer “la persona emotivamente intelligente possiede quattro tipi di abilità: IDENTIFICARE le emozioni, USARE le emozioni, COMPRENDERE le emozioni e REGOLARE LE EMOZIONI.”
Quella che generalmente è chiamata INTELLIGENZA EMOTIVA, introdotto da Salovey e Mayer (1990) per descrivere “la capacità che hanno gli individui di monitorare le sensazioni proprie e quelle degli altri, discriminando tra vari tipi di emozione ed usando questa informazione per incanalare pensieri ed azioni”.
Ad esempio la RABBIA ci avvisa quando ci troviamo in una situazione che merita la nostra attenzione e può aiutarci a accelerare il pensiero in modo più razionale e obiettivo, purché non si esageri e si trasformi in ira, dall’effetto diametralmente opposto.
Oppure la PAURA, tipicamente considerata un’emozione negativa è, allo stesso tempo, uno strumento di allerta in presenza di un pericolo, cioè un meccanismo utile alla sopravvivenza. Grazie alla paura, siamo prudenti e ci teniamo alla larga dalle situazioni pericolose. Anche in questo caso, naturalmente, deve essere proporzionata e funzionale.
Se le cosiddette EMOZIONI NEGATIVE sono DA SEMPRE PRESENTI NELL’UOMO, è perché in qualche modo NE FAVORISCONO LA SOPRAVVIVENZA.
Provare emozioni negative di certo non è gradevole e a volte doloroso, per cui ACCETTARLE PUÒ ESSERE COMPLICATO e si ha la tendenza a EVITARLE O RIFIUTARLE. Questa repressione però non le fa sparire, ma a lungo termine ha delle conseguenze a livello fisico e mentale. In qualche modo SI ACCUMULANO DENTRO DI NOI E GENERANO MAGGIORE SOFFERENZA.
Imparare a GESTIRE LE EMOZIONI NEGATIVE richiede di AFFRONTARLE, ANALIZZARLE E RIFLETTERE SU QUELLO CHE VOGLIONO TRASMETTERCI. Questo non significa che dobbiamo farci trasportare da esse, bensì che dobbiamo imparare ad agire, consapevoli di quello che stiamo provando e del perché e a che scopo ci sentiamo in un determinato modo.
LA REGOLAZIONE EMOTIVA, cioè l’insieme dei processi con cui esercitiamo un’influenza sulle nostre emozioni, può essere ADATTATIVA (vantaggiosa o funzionale) oppure DISADATTIVA (disfunzionale).
DISFUNZIONALI sono le STRATEGIE PASSIVE, come l’adattamento alla situazione, con umore depresso o sensazioni di inerzia, o STRATEGIE DI EVITAMENTO con cui si cerca di negare quanto accade o è accaduto, prenderne le distanze oppure disconnettersi mentalmente, adottando anche risposte palliative che attacchino l’ansia e non la causa (come comportamenti di abuso di cibo o alcool). Certo quando una notizia è fonte di impatto emotivo troppo grande per noi, la negazione può inizialmente servire come muro di contenimento. Tuttavia, anche in questi casi bisogna abbandonare questa strategia e preferirne un’altra. NON AIUTA NEMMENO RIMUGINARE SULL’ARGOMENTO, concentrandoci soprattutto su quanto stiamo male o autocompatendoci. La consapevolezza del nostro stato d’animo, quando è negativo, ci dà le informazioni che ci servono per agire; tuttavia, diventa un pericolo per noi quando cadiamo nella tentazione di non agire.
Le STRATEGIE PIÙ FUNZIONALI sono quelle che implicano un ATTEGGIAMENTO ATTIVO, che obbligano ad affrontare le situazioni problematiche. Tra queste, la CAPACITÀ DI REINTERPRETARE LA SITUAZIONE IN MANIERA POSITIVA è tra le più importanti, così come CERCARE UNA SOLUZIONE E METTERLA IN PRATICA. Sono strategie che ci obbligano a fermarci a pensare, ma che non ci paralizzano. È altrettanto utile trovare fonti di emozioni positive per ristabilire un equilibrio che si è spezzato. D’altra parte, è importante imparare ad esprimere le nostre emozioni e cercare SOSTEGNO SOCIALE, con la consapevolezza che la responsabilità della decisione finale spetta a noi.
È necessario rendersi conto della DIFFERENZA tra ACCETTARE LE EMOZIONI NEGATIVE che possono farci soffrire e L’ESPERIENZA DELLA SOFFERENZA AUTOIMPOSTA.
L’ACCETTAZIONE È EQUILIBRIO, anche se la nostra cultura tende a imporci di essere sempre felici. L’equilibrio è VIVERE UNA VITA CHE ABBIA POSITIVITÀ E NEGATIVITÀ NELLA GIUSTA MISURA.
Secondo vari studi le persone che tendono a sentirsi meno infastidite dai sentimenti negativi possono presentare livelli più alti di benessere rispetto a chi è abituato a condannare se stesso. Questo processo richiede sicuramente di ESSERE SVILUPPATO E PERFEZIONATO CON IL TEMPO, e richiederà uno sforzo extra all’inizio, ma è ciò che ci può consentire di VIVERE IN ARMONIA CON NOI STESSI E CON GLI ALTRI.
“Il dolore è inevitabile, la sofferenza è opzionale.” Buddha