Ognuno ha il proprio modo di raccontare la sua storia personale. Attraverso il linguaggio, attribuiamo significato e valore alla realtà circostante e alle esperienze personali.
Modelliamo i racconti per adattarli ai nostri scopi, selezionando aspetti, eventi, situazioni cui dare importanza (Bruner, 2002), e omettendo altre informazioni.
Anche se questo serve a dare coerenza alla nostra identità, molte volte le nostre narrazioni possono risultare disfunzionali e inefficaci per il raggiungimento dei nostri obiettivi.
Infatti, il modo in cui una persona narra la propria storia, già porta con sé i limiti delle difficoltà di cambiamento. (D. Lax, 1998)
Risulta importante ricostruire il romanzo della vita attraverso l’interazione con l’altro. Compito della terapia è co-costruire con la persona un nuovo testo della sua storia, attraverso uno scambio comunicativo creativo.
La terapia è una collaborazione tra le narrazioni delle persone che si raccontano e del terapeuta che le racconta, è una revisione della storia in una trama intelligente e immaginativa (Hillman, 1984).
L’atto di raccontarsi e ri-raccontarsi permette di sciogliere dei nodi esistenziali ed aprirsi a nuove costruzioni di senso. L’iterazione terapeutica genera il passaggio da “storie dominate dal problema” a “storie alternative” caratterizzate da nuovi elementi potenzialmente risolutivi, in cui le persone riescono ad individuare aspetti vitali della propria esperienza precedentemente trascurati (White, 1992).
La reinterpretazione delle esperienze da nuovi punti di vista, ad opera del terapeuta, fa sì che il cambiamento della narrazione produca un cambiamento della realtà. La terapia è una storia scritta a quattro mani, dove è fondamentale la collaborazione attiva dell’individuo.
In sostanza “la persona che sta “meglio” cambia il proprio modo di raccontare e di raccontarsi” (Celia, 2014).