“Un giorno la paura bussò alla porta. Il coraggio andò ad aprire e non trovò nessuno.”
MARTIN LUTHER KING
La paura è una delle emozioni umane più potenti, utile a mettere in guardia da eventuali pericoli, e quindi fondamentale per la sopravvivenza.
L’ormone rilasciato a seguito di questa emozione, l’adrenalina, genera le così dette risposte di attacco o fuga, le più antiche nella storia dell’uomo: combattere l’ostacolo o abbandonare la situazione prima che divenga pericolosa.
Oggi non ci fanno paura solo i grossi animali feroci o le invasioni di nemici dai territori vicini, ma grande rilevanza rivestono i cambiamenti di vita, i problemi quotidiani, il lavoro, le relazioni interpersonali, ecc. Nonostante questo, le variazioni associate alla paura, che siano corporee (ad es. bocca secca, aumento della frequenza cardiaca e respiratoria, tensione muscolare, incremento della sudorazione), di pensiero e o di comportamento, rimangono quelle dei nostri antenati.
La paura diventa un problema quando è vissuta in modo sproporzionato rispetto al contesto, o quando non riusciamo a disinnescare le nostre reazioni a seguito della scomparsa della minaccia che ha prodotto la risposta.
L’ansia rappresenta il meccanismo fisiologico della paura, e quando supera una certa soglia può esasperare o bloccare le nostre reazioni, invalidando le risposte adeguate agli stimoli interni o esterni.
Così quello che era adattivo, può trasformarsi nel tempo in una risposta cronica disfunzionale.
Focalizzando l’attenzione solo su ciò che si teme, ci si trova in un continuo stato di attivazione, in cui i problemi sono percepiti come catastrofici e senza soluzioni e si sviluppa un pensiero negativista verso sé stessi e il mondo.
L’evitamento delle situazioni temute e la ricerca costante di protezione, se inizialmente possono funzionare, alla lunga ci confermano la nostra incapacità di fronteggiamento e diminuiscono l’autostima.
Altro tentativo fallimentare è quello di operare un estenuante controllo sull’ansia o sulle fobie, cercando di reprimerle. In un certo senso è un’operazione contro natura, laddove le reazioni generate da questa emozione sono indispensabili per l’organismo, e il loro soffocamento non fa altro che incrementarle.
Cosa fare allora?
Gestire la paura passa attraverso l’identificazione dei modi attraverso cui si origina, facendo leva su questi per scardinare il circolo vizioso all’interno del quale si rischia di cadere (Nardone, 2019).
È necessario dialogare con gli aspetti inconsci legati a questa emozione.
Guardare in faccia ciò che temiamo, può allentare la morsa delle resistenze a cui siamo stati condotti, e condurci a decidere per la nostra vita. Vita di cui diventiamo protagonisti e non più solo spettatori.